Il 23 giugno scorso si è tenuto a Roma un importante simposio internazionale dal titolo “Una Transizione giusta per la nostra Casa Comune: Energia, Lavoro e Sradicamento della Povertà”, organizzato dal WWF e dalla Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario (FOCSIV).

L’obiettivo di questo incontro è stato quello di promuovere il dialogo tra i vari attori globali e locali di Europa, Africa, Asia Orientale e America Latina per aumentare la consapevolezza sul bisogno di applicare una giusta transizione energetica verso il 100% di energie rinnovabili, considerando anche le sfide e le opportunità per tutti quelli che saranno influenzati da una decarbonizzazione globale (lavoratori e comunità locali). Bisogna quindi avere una visione globale delle valutazioni economiche, sociali ed ambientali; così da dare forma ad un nuovo tipo di società.

Il convegno, secondo le intenzioni del WWF e del FOCSIV, dovrebbe tracciare quello che un'equa transizione energetica deve dare a tutte le persone sottoforma di sviluppo economico, sostenibilità energetica e dignità del lavoro.

Il sistema energetico globale odierno è ingiusto: miliardi di persone vivono senza accesso all'acqua pulita e a fonti affidabili di energia, le famiglie a basso reddito spendono, in proporzione, una quota maggiore del loro reddito in servizi energetici rispetto alle famiglie più agevolate, così come molto spesso le industrie più potenti godono di tariffe agevolate rispetto a quelle delle piccole e medie imprese. Questi due elementi contribuiscono ad aggravare altri problemi come l'ineguaglianza di genere, l'ingiustizia sociale e il degrado ambientale.

E’ impossibile evitare questa trasformazione nell’approvvigionamento energetico e si deve cercare di accelerarla per ragioni ambientali, dato che il cambiamento climatico sta raggiungendo livelli difficili da gestire. Si dovrà gestire questo periodo di transizione con la massima equità possibile dal punto di vista sociale, assistendo i lavoratori e le comunità locali la cui sopravvivenza dipende dai combustibili fossili e dalle attività a loro connesse, esplorando gli incentivi necessari, i regolamenti e i finanziamenti per andare verso modelli di sviluppo più sostenibili.

Il pericolo, infatti, è che si creino nuovi poveri e aumenti il gap tra paesi ricchi e nuovi emergenti (capaci cioè di nuove tecnologie) e quelli che subiscono (inabili ad affrontare questi cambiamenti). Dovranno essere soprattutto i paesi storicamente responsabili dell’aumento di emissioni di gas serra a farsi carico della responsabilità di questa transizione. Il lavoro è una necessità: durante questo processo di transizione sarebbe opportuno investire sulle persone non per ottenere un beneficio immediato, ma un beneficio a lungo termine. L’adattamento deve progredire in modo deciso, con migliorie non separate, ma ben inserite in una sequenza di riforme connesse tra loro.

 

Fonti:

http://www.qualenergia.it/articoli/20160624-transizione-energetica-mondiale-giustizia-sociale-e-dignita-lavoro

http://www.wwf.it/news/notizie/?23780

http://www.focsiv.it/news/rinnovabili-transizione-energetica-crea-grandi-opportunita-ma-green-jobs-devono-avere-regole-di-equita-e-dignita/

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