Il vantaggio maggiore del pavimento radiante è la minima dispersione termica abbinata a un riscaldamento costante su tutta la superficie dell'ambiente riscaldato, mentre lo svantaggio principale è rappresentato dal costo di costruzione più elevato della pavimentazione.
Il riscaldamento è permesso dallo scorrimento dell’acqua entro una serpentina di tubi ad una temperatura di circa 30°- 40°, meno elevata di quella dei tradizionali termosifoni normali con temperatura di 70°-80°.
Un apposito isolante impedisce il passaggio del calore verso il piano inferiore, consentendolo solo verso l'ambiente da riscaldare.
Per la realizzazione del pavimento radiante è prevista la posa in opera di solaio strutturale, isolante, massetto, tubi per il passaggio dell'acqua, pavimentazione.
Il massetto in cemento che ricopre i tubi è l’elemento riscaldante, l’isolante è polistirolo liscio o sagomato proprio per permettere l’incastro degli stessi tubi.
Per i pannelli radianti a parete, la posa in opera è più semplice. Le tubazioni non superano i 2 metri d’altezza con un’estensione di circa un terzo o la metà della superficie calpestabile. Vengono installate nelle pareti del locale rivolte verso l’esterno per limitare, con appositi isolanti, le dispersioni termiche e uniformare le temperature delle pareti calde e fredde.
Piccole tubazioni di rame in cui scorre acqua calda possono essere inserite all’interno di uno speciale battiscopa. L’aria a contatto con il tubo si surriscalda e sale sfiorando la parete che a sua volta diventa calda e irraggia calore nella stanza.
I pannelli radianti a soffitto vengono appesi con moduli metallici o in cartongesso a vista nei quali sono inserite le tubazioni collegate tra loro: vengono utilizzati in genere per raffreddare la temperatura dei locali a livello della testa per assicurare il benessere dell’utente. Un altro sistema a soffitto è quello con termostrisce radianti, applicate di solito in locali industriali di superficie estesa e altezza elevata: hanno una temperatura di esercizio molto alta.